Dopo più di un anno di utilizzo, diverse ore di utilizzo, qualche volo giù dalle rive, innumerevoli botte sopra e sotto, tiriamo le somme e parliamo della Trincia Hydro 800 di Meccanica Benassi.

Macchina completamente made in Italy, assemblata nello stabilimento Meccanica Benassi di Dosso, Ferrara, con l' utilizzo di componentistica di prima scelta.
E' una tipologia di trincia quasi unica sul mercato. Un ibrido meccanico/idraulico. Del quale parleremo più avanti.
Prima cosa che salta all'occhio è l'uso di pochissimi stampati plastici, anzi, escluso il motore, nessuno. Solo lamiere, se vogliamo di forme poco avvolgenti perché squadrate, ma sicuramente più robuste e soprattutto riparabili con poche martellate in caso di urto.
Carpenteria e verniciatura denotano cura e robustezza nella realizzazione: dopo un anno di utilizzo le parti interne del carter, punto critico, non hanno sofferto per i sassi che normalmente vengono sparati verso l'alto dal rullo, a differenza della mia precedente macchina che oltre a perdere la verniciatura conservava segno dei colpi.
I coltelli, 36, non sono montati su supporto singoli, più fragili, ma a coppie sul supporti ad U, per assicurare maggiore tenuta in caso di urto e il carter di taglio è realizzato a filo ruote, in maniera da non allettare, in avanzamento, le aree ancora da trinciare.
Non è stato inserito in fase di progetto sotto il carter, come comunemente avviene, il controcoltello, che in teoria servirebbe a migliorare la resa limitando l'ingolfamento da materiale. Sempre rifacendomi a passate esperienze non ne ho mai notato un grande beneficio. Ora mi accorgo che anche con materiale molto grosso, il rotore tende a faticare meno. Non posso però affermare sia per la sua mancanza o per una migliore efficienza generale della macchina.
Buona accessibilità alle cinghie, basta rimuovere il carter superiore. Come è buona accessibilità a filtri e serbatoi olio idraulico e della trasmissione.
Comandi , razionali, ben disposti. Come devono essere su una macchina del genere: freni/frizione sotto entrambe le impugnature, a sinistra azionamento della trincia, a destra comando mandata dell' olio. E pochi cavi tra i piedi, soprattutto non esposti.
la trasmissione primaria è a cinghie , separate, sia per il rotore che per la trazione come normalmente avviene su questa tipologia di macchine, ma mentre la prima, comandata meccanicamente da un tendicinghia, azione tramite appositi riduttori l'organo di taglio, la seconda, sempre in presa, trasmette il moto ad una pompa idraulica.
Il flusso d' olio, regolato in portata e direzione dall'apposito comando sulle stegole, aziona il motore di trazione che a sua volta imprime il moto a una vite senza fine e in cascata ai semiassi.
Semplice, robusto, versatile, bisognoso di pochissima manutenzione, con pochi e razionali comandi e soprattutto economico per l' acquirente finale. Rispetto al modello con cambio meccanico ci sono circa 500 euro di differenza, differenza che viene ripagata immediatamente nell'uso pratico.
Con questo sistema si hanno infinite velocità di lavoro, sempre con il motore in regime di coppia massima, perché l''organo di taglio è indipendente dalla trasmissione e dalla velocità di lavoro.
La frenatura è efficacissima e rapidissima e soprattutto semplicissima, perché la vite senza fine funziona solo in un senso.
La scelta per il propulsore è caduta sulla serie B&S Power Built 3.125, 344cc, due livelli di potenze in base alla dimensione dell' organo di taglio. Di cubatura generosa, l'impressione che dà è quella di avere maggiore coppia rispetto al ben più blasonato Honda Gx ( che a livello di scocche e finiture estetiche, morbidezza dell' avviamento rimane ancora superiore) e di patire molto meno il lavoro in posizione inclinata. Merito anche della pompa per il carburante, particolare non da poco che garantisce l' alimentazione con qualsiasi inclinazione. Il serbatoio, in materiale plastico, non è capientissimo, ma adeguato per una sessione di lavoro. Mi sarebbe piaciuto un filtro in rete subito sotto il tappo, oltre a quello a cartuccia in in linea con la pompa, perchè in cantiere c'è sempre il rischio di far finire dei detriti nel serbatoio.
Bellissimo il particolare della griglia di protezione della marmitta serigrafato con la scritta "HOT"
Bellissimo il particolare della griglia di protezione della marmitta serigrafato con la scritta "HOT"
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La regolazione delle stegole è da vecchia motozappa. Robustissima e sicura ma non rapida. C'è da dire che una volta trovata la posizione corretta non ho praticamente mai avuto bisogno di effettuare modifiche.
Il serbatoio olio idraulico un po' troppo esposto. Fino a che si lavora nell'erba , anche alta non ci sono
problemi, nel fitto del bosco prende qualche colpo. Per ora non ha mai subito danni, ma una lamiera sagomata non sarebbe un grosso incremento di costo finale.
La cosa che mi piace meno è la leva avanzamento con 2 cavi. Soprattutto in retro abbastanza brusco e con una corsa molto limitata. Bisogna prenderci la mano ed essere molto delicati nell' azionamento, soprattutto se si è abituati, ad esempio, al comando delle turbine Honda hydro, single wire, molto più morbido e modulabile.
Il blocco delle ruote anteriori pivottanti è con dei galletti, Sarebbe molto più comodo un comando alle stegole, che non costringerebbe d interrompere il lavoro. Vero è che la macchina è bilanciata talmente bene, che anche lavorando trasversalmente in pendenza con le ruote libere, non si fa fatica a tenerla in linea con il terreno. Io ho perso i galletti dopo una settimana e a dire il vero non ho ancora sentito il bisogno di rimpiazzarli, e non lavoro certo in piano.
Ma basta metterla in moto e cominciare ad usarla per dimenticare tutti i piccoli difetti.... stabilità e trazione ( il mio modello monta gomme maggiorate rispetto alla versione di serie con una maggiore luce da terra) in condizioni di terreno difficile sono eccellenti, anche in pendenza trasversale .

Il bilanciamento è la cosa che stupisce maggiormente, avere le stegole imperniate dietro il motore e non anteriormente, come la quasi totalità della concorrenza la rende veramente maneggevolissima, il peso del motore grava poi esattamente sulla trasmissione e sulle ruote. Non va mai in crisi, nemmeno sulle pendenze più impegnative dove gli unico limiti sono il motore, non specifico per i lavori continuativi oltre un certo angolo e l' equilibrio dell' operatore. Merito anche delle leve di sterzo/frizione, molto modulabili che permettono inversioni e manovre anche millimetriche con pochissimo sforzo di braccia.
....la domanda sorge spontanea, ma quelle cingolate che le fanno a fare?
Un plauso particolare è per la frenatura pressochè immediata in caso di rilascio dei comandi , grazie alla trasmissione con vite senza fine. Altri marchi utilizzano freni a disco, molto meno efficaci, soprattutto quando si lavora in spazi ristretti ed in pendenza, dove arrestare in spazi brevissimi una macchina che sfiora i 2 quintali è fondamentale per la sicurezza e il portafoglio dell' operatore .
In occasione della visita allo stabilimento abbiamo realizzato anche un piccolo video con la sequenza dell' assemblaggio del modello poi utilizzato per le prove. Ogni esemplare prima di essere invitato presso rivenditori viene testato e provato, per evitare di consegnare una macchina con giochi su cinghie o leveraggi:
Di seguiti una sere di foto e video realizzati in ambito lavorativo: