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Tignola dell’olivo (Prays oleae)


Riceviamo da Vincenzo Benevento questo interessante articolo che pubblichiamo per tutti gli interessati.
Cominciamo col dire che la tignola dell’olivo è una farfalla diffusa in tutte le zone olivicole italiane. 



L'insetto adulto misura 12 - 13 mm. di apertura alare, ed ha una livrea giallo argentato con macchie nerastre sulle ali. 
L'uovo misura più o meno 0,5 x 0,4 mm. 
La larva a completo sviluppo misura 7-8 mm. di lunghezza e 1,4 di larghezza. 
Il suo colore è generalmente bruno verdastro chiaro o nocciola più o meno scuro. 
Sulla parte dorsale sono presenti delle bande scure e lateralmente,vi sono due bande di colore paglierino. 
La testa  può variare dal bruno al nero. 
Per raggiungere il completo sviluppo la larva passa attraverso 5 stadi. 
La crisalide, di colore brunastro, misura circa 6 mm. di lunghezza per 2 di larghezza, ha forma sub conica con la parte anteriore arrotondata. 
La Tignola dell'olivo compie tre generazioni annue, ciascuna delle quali si svolge su un organo vegetativo diverso: la prima sui fiori (antofaga), la seconda all'interno dei frutti (carpofaga, e la terza, svernante, sulle foglie (fillofaga). 
Gli adulti che sfarfallano dalle crisalidi di questa ultima generazione compaiono (l'anno successivo, ovviamente) allo stadio fenologico della differenziazione dei bottoni fiorali. 

Dalle uova deposte sul calice dei bottoni fiorali, dopo circa quattro o cinque giorni, nascono le larve della prima generazione che penetrano nei fiori dove si nutrono degli organi interni. 
Ogni larva è in grado di infestare 10-15 fiori che lega con un filo di seta fino a formare un glomerulo che rende facilmente individuabili i fiori attaccati. 
Sono quella specie di piccole ragnatele che si vedono sui fiori. 
Lo sviluppo larvale, a seconda della temperatura,  dura dai 20 ai 30 giorni, a completo sviluppo la larva si incrisalida in un bozzolo tessuto all'interno del glomerulo da cui, dopo 10-15 giorni, sfarfallano gli adulti della seconda generazione. 
Le femmine di questa generazione depongono le uova sul calice dei frutticini, in prossimità del picciolo, dopo una incubazione di 5-6 giorni nascono le larve che realizzano una galleria parallela al peduncolo attraverso la quale raggiungono i cotiledoni all'interno del nocciolo. 
Questa è la generazione più pericolosa, poiché  il frutto cade ed i frutticini rimanenti, non infetti, non sono più in grado di compensare con l'ingrossamento delle drupe superstiti, la sua caduta. 
L'incrisalidamento può avvenire sia all'interno che all'esterno del frutto, spesso anche nel terreno. 
A fine estate compaiono gli adulti della terza generazione. 
Le uova vengono deposte sulla pagina superiore delle foglie, in prossimità della nervatura centrale. 
Dopo alcuni giorni nascono le larve che penetrano nel tessuto fogliare all'interno del quale si sviluppano attraverso cinque stadi ciascuno dei quali causa erosioni caratteristiche. Questa generazione costituisce la forma svernante dell'insetto; l'incrisalidamento avviene nel mese di Marzo. 
In alcune regioni più calde (In Calabria e Sicilia, soprattutto nelle zone a fondo valle) le temperature primaverili-estive superiori a 31°C con umidità relativa superiore al 70-75% sono in grado causare la morte di uova e larve mentre le crisalidi sopravvivono fino a temperature di 40°C. Temperature al di sotto dei 5°C per almeno venti giorni determinano la morte delle uova. Anche la siccità prolungata condiziona, peggiorandola notevolmente, la vitalità delle uova.

Danni


L'entità dei danni arrecati della tignola è molto variabile. 
Le larve di prima generazione danneggiano le infiorescenze. 
La percentuale di fiori attaccati può variare da poche decine fino a valori, in casi eccezionali e molto gravi, anche del 90-95%. 
Le larve della generazione carpofaga danneggiano la drupa e ne provocano la cascola. 
I frutti caduti nella prima fase di solito sono confusi con il diradamento naturale o con la cascola tipica dell'olivo. 
Anche se la percentuale di piccole olive cadute è elevata la produzione è compensata dall'incremento ponderale in peso dei frutti rimasti e da una migliore resa in olio. 
Nella seconda fase, che grossomodo parte da fine Agosto fino a tutto Settembre, cadono i frutti ormai prossimi alla maturazione. 
Di solito questa cascola è la più drammatica perchè ormai non è più possibile prendere provvedimenti di difesa. 
La valutazione del danno sulle olive è data della percentuale di frutti colpiti dall'insetto, la valutazione si fa tagliando l'oliva caduta in modo longitudinale o trasversale
Come dicevamo, i danni si manifestano sui fiori, sui frutti e sulle foglie
Tuttavia l’infestazione delle foglie e di una buona percentuale dei fiori non arreca danni apprezzabili, mentre l’attacco ai frutti è particolarmente pericoloso
La tecnica di lotta prevede l’uso di trappole sessuali oppure il campionamento visivo, con taglio delle drupe, in modo da valutare l’effettiva necessità dell’intervento e il suo momento più propizio, proprio come avviene per la  mosca dell'olivo. 
Se il valore economico delle olive perse supera la spesa dell’intervento si deve trattare! 
I risultati di prove sperimentali, comunque, consentono di formulare delle attendibili previsioni di danno, rapportando l’infestazione di luglio (campionamento delle olivine infestate) con la cascola parassitaria dell’autunno precedente (campionamento delle olive parassitate)
Il ricorso a interventi di difesa può essere necessario contro la generazione carpofaga e del tutto occasionale contro quella antofaga. 
Gli interventi contro la prima generazione sono da ritenersi necessari solo in caso di attacchi particolarmente massicci. Osservazioni sperimentali realizzate in Italia hanno evidenziato che anche nel caso del 30% di infiorescenze colpite l'incidenza economica dell'infestazione non necessita di interventi di difesa. Contro questa generazione (antofaga) si può usare il Bacillus thuringiensis intervenendo quando il 50% dei fiori sono aperti. 
Per la lotta alla generazione carpofaga è necessario utilizzare prodotti sistemici o citotropici (ad esempio, Dimetoato) in grado di raggiungere la giovane larva che si addentra all'interno dell'olivina. 
Il trattamento con questi prodotti si rende necessario al superamento della soglia di intervento del 15% di drupe con presenza di un uovo, in particolare quando il 50% delle uova sono schiuse. Sono allo studio metodi di cattura massale con trappole innescate con il feromone sessuale. In ultimo ci  preme citare l'ormai famoso Art. 53, quello delle autorizzazioni in deroga per emergenze fitosanitarie
Quello che viene cioè utilizzato per ammettere in via eccezionale per 120 giorni degli agrofarmaci che di fatto sarebbero indispensabili ogni anno, per lo meno su certe colture e su certi parassiti.
Contro la Tignola dell’olivo, il ministero ha utilizzato proprio l'Art. 53 per autorizzare l'uso  di Dimetoato...
Il formulato è di per sé registrato su olivo, e può quindi essere sempre utilizzato su questa coltura, ma non riporta in etichetta l'uso specifico contro la Tignola, bensì solo quello contro la mosca, cioè Bactrocera oleae. Quindi, come per ogni altro prodotto in commercio, i suoi usi per essere del tutto regolari necessitano dell'autorizzazione incrociata "coltura-parassita
Dotato di una forte azione citotropica, dimetoato assicura contro tale parassita il pieno controllo anche delle larve già penetrate nelle olivine, bloccandone l'avanzata e i danni arrecati ai frutti.
Il Dimetoato, appare quindi la soluzione ideale non solo per la spiccata azione citotropica della sostanza attiva, ma anche per la sua elevata idrosolubilità, un fattore che ne rende possibile un uso sicuro anche in un'ottica di residui finali nell'olio
Problematica questa che in ogni caso non si pone rispettando l'intervallo di sicurezza che su olivo è pari a 28 giorni. 
In ultimo una indicazione generale sul quando trattare... Contro la generazione carpofaga di Tignola il trattamento va eseguito nel periodo compreso tra il picco di catture degli adulti nelle trappole a feromoni e la fine della curva di volo, ma comunque prima dell’indurimento del nocciolo. 
La soglia d’intervento è fissata al superamento del 7-10% di infestazione attiva, cioè la somma di uova e larve appena penetrate.  
Il Dimetoato va impiegato irrorando preferibilmente con atomizzatori che distribuiscano un volume di acqua medio (12-15 hl/ha), a garanzia di una buona selettività anche su varietà sensibili al dimetoato (Coratina, Itrana, Frantoio, Bosana). 
La bagnatura deve risultare omogenea, evitando sovrapposizioni e impiegando il prodotto da solo. 
Sul finire dell’estate questo trattamento è efficace anche contro la Mosca (quando è presente).





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