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Meccanica Benassi RL2 RL 350



 Doppia prova questa volta!

Due motozappe che in comune hanno solo il marchio.
Un marchio che in Italia ha fatto la storia della piccola meccanizzazione agricola, Meccanica Benassi.
Negli anni 70 le Bl75, con motori a 2 tempi, la facevano da padrone negli orti di tutta la penisola. Sono cambiati  i tempi, si sono evoluti  tecnologie, sistemi di sicurezza, materiali ed siamo arrivati  alle macchine del test: la Rl2 e la Rl 350.





Piccola, leggera, la Rl2, solo 30 chili, forse qualcosa di meno. Monomarcia, motore da 90cc, ma va bene così.  Fa il suo e anche di più.

La Rl350 è una signora macchina, potente, bilanciata, pesante il giusto, da campo aperto.

Ma vediamo di analizzare pregi e difetti di entrambe.







RL2









Piccina, la più piccola  in catalogo. Ricorda, come tipologia, la Honda F220, ma quasi alla metà del prezzo.
Il motore è un Loncin, cinese, ma di quelli buoni, da poco meno di 90 cc. 


Subito soprannominata "lavatrice", per il curioso oblò trasparente sul carter di protezione della cinghia.

Frizione a tensione di cinghia, frese da 50cm, con albero tondo, una sola velocità di avanzamento, regolazione delle stegole solo in verticale,  con 7 posizioni. 



Le regolazioni sono 4 nella parte superiore, modificabili con uno spinotto e una coppiglia e 3 nella parte inferiore, in questo caso serve una chiave da 13.


Semplicissima ed essenziale.
Soprattutto leggera.
 Si muove agevolmente tra le fasce, tra le parcelle di un orto, è a misura per lavorare in interfila.
Spostarla a braccia non è un problema.
Il motore pur piccolo è adeguato per l' utilizzo della macchina. Nel mio periodo di uso non ha mai mostrato problemi all' avviamento ed ha sempre fornito una potenza costante con consumi irrisori.



L' ho provata nell' orto, per ripulire tra le file di fave, patate, cipolle e piselli. e per preparare il letto di semina per la prossima estate in alcuni terrazzamenti con accessi particolarmente ostici. In queste operazioni  trova il suo contesto di lavoro ed eccelle.
Sul sodo, in una parcella a riposo dall' anno precedente ha fatto ovviamente molta più fatica. Ma è stata più una curiosità che una reale prova di lavoro; non possiamo pretendere l' impossibile, i limiti di peso e potenza e struttura ci sono tutti. 

Qualche difetto c'è. 
Il primo che salta all' occhio è l' interruttore sulla stegola destra, in un piccolo box di lamiera, oltre che brutto è scomodo ed esposto agli urti. 
Il secondo difetto è il secondo interruttore...  sul motore. Uno dei due, direi quello sulle stegole, è decisamente inutile. C'è il rischio di ingolfare la macchina se ci si dimentica uno dei due su off. 
La ditta interpellata ha ammesso l' incongruenza e sulle nuove produzioni l' inconveniente  sarà risolto.
Poi se vogliamo essere pignoli il ruotino di trasferimento è un po' fragile.
Per il resto è promossa a pieni voti. Viene voglia di montarci una coppia di ruote in ferro e un piccolo assolcatore per rincalzare le file nell' orto.... 








Rl350 













Sullo stile dell' Honda 501, con un cambio 2+1 e frizione a tensione di cinghia.
Una macchina estremamente robusta e compatta. Tra le sue doti maneggevolezza ed  equilibrio nei pesi.



Il motore è un Honda Gp160, che si colloca tra la storica serie Gx e la non tanto fortunata Gc. Pur appartenendo a una fascia non professionale ha dato ottima prova nell' uso pratico, non andando mai in crisi, anche sotto sforzo.



Catena cinematica ottimamente dimensionata, con un robusto albero portafrese esagonale.
La trasmissione finale è a catena in bagno d' olio.




Il  cambio è a 2 marce avanti più retromarcia e, a differenza di molta della concorrenza,   la scatola è in  ghisa.  Ulteriore indicatore di robustezza della macchina che, del resto con più di 70 chili, è tra le più massicce della categoria.
L' innesto dei rapporti molto morbido e senza impuntamenti. Abbiamo trovato un po' scomoda la leva in corrispondenza della retromarcia, perchè la posizione la rende troppo vicina al carter del piantone  e l' impugnatura, per passare dalla R alla 1° , se si usano i guanti, rimane difficoltosa. Problema al quale il costruttore  può ovviare scalando la posizione di partenza di tale leva.







L' unico altro piccolo difetto, che pare sarà ovviato nei modelli di nuova produzione, è l' interruttore di spegnimento motore.
E' sull' acceleratore, ma non esiste un fermo o uno scatto, che preavvisi il contatto di massa. Quindi capita di sovente, mettendo il motore al minimo, di spegnerlo.
In definitiva macchina assolutamente versatile, pesante il giusto, adatta ad un professionista del verde come ad una azienda agricola di piccole dimensioni.
Provata in diversi tipi di terreno, da quello arato e solo da affinare a quello compattato dal passaggio di trattori con accessori portati, non è andata mai in crisi, complice la corretta rapportatura del cambio, merito della componentistica di prima qualità e del  motore affidabile.

Una prima marcia molto corta riesce a rompere la crosta superficiale in maniera piuttosto agevole mentre la seconda affina il terreno già lavorato.
Abbiamo provato  su suolo compatto anche in seconda marcia. Nessun tentennamento o cedimento di motore o trasmissione, solo più lavoro di braccia per tenere l' arpione posteriore in posizione.

Concludendo, siamo di fronte a prodotti assolutamente concorrenziali, a dimostrazione che ancora esistono in Italia aziende serie che riescono a coniugare progettazione e realizzazione di macchine più che valide, e che offrono servizi post vendita  eccellenti. Al pari, se non superiori, di marchi esteri ben più blasonati.






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