Buon
giorno amici del gruppo.
Come promesso,
oggi parleremo della famigerata COPPIA o MOMENTO TORCENTE, che avevamo indicato
con la lettera M nel mio primo intervento. Essa è la moltiplicazione (detto
anche prodotto) di una forza per un braccio, secondo la formuletta :
M=F x b
Non
voglio complicarvi la vita con l'introduzione di prodotti scalari o vettoriali,
che risolverebbero subito la questione.
Quando si moltiplicano due grandezze, bisogna capire quali sono i numeri da moltiplicare, e occorrono quindi delle precisazioni, e dobbiamo attingere dalla geometria.
Quando si moltiplicano due grandezze, bisogna capire quali sono i numeri da moltiplicare, e occorrono quindi delle precisazioni, e dobbiamo attingere dalla geometria.
Una
forza, si può rappresentare su un foglio di carta, con un segmento (pezzetto di
retta) a forma di freccia detto VETTORE, che come tale, ha una lunghezza o
modulo, una direzione e un verso.
Semplifico. Supponiamo che voi dobbiate rappresentare una forza peso, come tutti sanno,
questa sarà diretta verso il centro della terra (il vostro pavimento), quindi
con la punta della freccia verso il basso, la lunghezza della freccia
sarà proporzionata alla grandezza della forza.
Senza
rendervene conto, traccerete una semiretta verticale (direzione), con la punta
della freccia verso il basso del foglio (verso) e di lunghezza proporzionata al
peso che vorrete rappresentare (es: una forza di 10 Kg, sarà rappresentata da
un segmento di 10 quadretti). Fatto ciò, prendete un punto qualunque sul
foglio, rappresentato con la lettera maiuscola O, che non appartenga al
segmento già disegnato. Prendete ora una squadretta con angolo retto e
posizionate uno dei due lati dell'angolo retto sopra il segmento già disegnato.
Fate scorrere su questo lato la squadretta fino a che l'altro lato non incontra
il punto O e tracciate la semiretta che unisce il punto O e il segmento che
rappresenta il vettore Forza, chiamando punto A quello dove il segmento
tracciato, incontra il segmento FORZA. Sempre con la squadretta, misurate
quanto dista il punto O dal punto A. Ecco, tale distanza è il BRACCIO b della
FORZA F, rispetto al punto O.
Quindi
quando si parla di Coppia, bisogna dire che questa, è l’effetto di una forza F
distante b da un punto O.
Nel caso
di un motore a scoppio o altro motore, il punto O è il centro dell’albero di
uscita, e la forza F è quella che dovremmo applicare a una certa distanza d per
frenare quanto erogato dal motore. Sembra difficile? Non lo è.
Immaginate che sull'albero del motore sia calettato un disco freno del diametro di 2 metri, e sul suo bordo esterno sia posizionata una pinza freno fissata al terreno. Si mette in moto il motore, e lo si porta a massimo regime (supponiamo 3600 giri al minuto), cosa facile se la pinza non agisce.
Immaginate che sull'albero del motore sia calettato un disco freno del diametro di 2 metri, e sul suo bordo esterno sia posizionata una pinza freno fissata al terreno. Si mette in moto il motore, e lo si porta a massimo regime (supponiamo 3600 giri al minuto), cosa facile se la pinza non agisce.
Ora
cominciamo in maniera crescente a chiudere la pinza, il motore tenderà a perdere
giri, ma noi glielo impediamo dando più gas, tenendolo a 3600 giri. Aumentando
la forza della pinza, per non perdere giri, dovremo anche dare più gas, fino a
che non si arriva “a manetta“. A 3600
giri, e a tutto gas misuriamo la forza che la pinza esercita sul disco, misurando
la deformazione di una molla, o appoggiando la pinza a una bilancia, o altro.
Ecco, questa è la forza F, alla distanza di 1 metro (raggio del disco) che quel motore può produrmi alla massima ammissione di combustibile.
Ecco, questa è la forza F, alla distanza di 1 metro (raggio del disco) che quel motore può produrmi alla massima ammissione di combustibile.
Supponiamo
che questa F valga 3 KG. Diremo che 3 Chilogrammetri a 3600 giri/min è la
coppia fornita da quel motore. Se
ripetiamo la stessa procedura (sempre a
manetta) per i vari numeri di giri (meno di 3600), avremo la
rappresentazione dell’andamento di
questa per tutti i numeri di giri (di meno di 3600). Se ripetiamo questa
operazione per valori diversi di ammissione (gas) troveremo una grande quantità di curve di
coppia, e non solo quella di coppia massima.
Ovviamente
ho scelto un disco del diametro di 2 metri per semplicità di calcolo perché a
3600 giri/min quel disco si disintegrerebbe per centrifuga, riduciamo allora il diametro del disco a 20 cm
= 0,2 metri (un decimo del disco da 2 metri) e se sul disco enorme ci
occorrevano 3 Kg, su questo, ne occorreranno 10 volte di più, cioè 30 Kg. Una
volta definiti i valori della coppia a diversi livelli di gas e di giri il
calcolo della potenza del motore diventa semplice con la formuletta della
relazione: P = Coppia x W = Coppia x 6,28 / 60.
Il
numero che viene fuori ha le dimensioni di: (Kg x m)/sec (kilogrammetri al
secondo).
Ora, se
volete i Cavalli, basta che dividiate questi per 75 e il gioco è fatto.
E’
importante analizzare tutte le curve di coppia, a tutti i numeri di giri, per
capire se un motore è buono o no, quindi, quando sui depliants leggete i valori
di Coppia massima e potenza massima, avete si e no il 10 % delle informazioni
necessarie su quel motore.
Un buon
motore ha la, o, le curve di coppia, in funzione dei giri, tendenzialmente simili
a delle rette, e questo soprattutto per motori impiegati in agricoltura. Il
motore a 2 tempi no, il motore a 4 tempi
è già decente, il motore diesel è ottimo. E’ ovvio che ogni tipo di
lavoro richiederà l’uso di un determinato motore, non vi vedo con in mano una
motosega o decespugliatore con un Lombardini diesel, ne con un motore di
motosega su una motoagricola .
L’equilibrio
meccanico vuole che ogni valore attivo (sia esso di Forze, o di coppie o altro),
sia controbilanciato da un egual valore resistente, pena la fine
dell’equilibrio. In altri termini, se un motore cede a un attrezzo, una forza,
coppia, o potenza attive, dovrà esserci da parte dello stesso attrezzo, pari
forza, coppia o potenza resistente. Quando ciò non succede, (perché date più
gas per finire prima , o lo togliete per consumare di meno), l’insieme
Macchina-attrezzo tenderanno ad accelerare o decelerare. Quindi, se state
beatamente lavorando ad esempio a velocità costante, senza toccare
l’acceleratore, pertanto col motore a giri costanti, vorrà dire che anche i
valori resistenti , saranno costanti.
COPPIE
CREATE DA FORZE ATTIVE E RESISTENTI NON PARALLELE E COINCIDENTI.
Ho sopra
fatto l’esempio di forza peso, perché è la più facile da capire, ma supponete
di rappresentare in un foglio di carta, la forza che un trattore deve cedere
ad un aratro senza dover slittare. Ebbene , immaginerete di vedere il fenomeno
aratura dall'alto come foste un drone con telecamera perché le forze in ballo
saranno parallele al terreno. Pertanto, considerandovi in perfetta pianura (per semplificare), disponendo di un
aratro e di quanta profondità
vorrete fare, stabilirete che per tirare detto aratro, vi possano occorrere a
supponiamo 300 Kg di forza resistente. Disporrete di un trattore in grado di
disporre al gancio (attacco a 3 punti) di almeno 500 Kg di forza attiva.
Essendo un aratro un attrezzo non simmetrico visto da sopra, la forza resistente non sarà mai parallela alla direzione di marcia, ma inclinata di un certo angolo come in figura. Questo fa si che, visto che il trattore è simmetrico rispetto alla direzione di marcia e quindi la forza attiva che esso produce (in centro trattore) sia parallela alla direzione di marcia, le due forze non siano parallele fra loro.
Determinando così il nascere di una coppia sterzante sul trattore, che tenderà a portare lo stesso a dirigersi tendenzialmente verso il terreno lavorato. Brutta cosa, che per arature entrosolco (a ruote) si ovvia tenendo le due ruote dentro il solco, ma che per arature fuorisolco, devono essere vinte dalla capacità del trattore di stare in linea con l’avanzamento. Pertanto, possono generarsi coppie quando la forza attiva (trattore) non è parallela e coincidente con la forza resistente (aratro).
Essendo un aratro un attrezzo non simmetrico visto da sopra, la forza resistente non sarà mai parallela alla direzione di marcia, ma inclinata di un certo angolo come in figura. Questo fa si che, visto che il trattore è simmetrico rispetto alla direzione di marcia e quindi la forza attiva che esso produce (in centro trattore) sia parallela alla direzione di marcia, le due forze non siano parallele fra loro.
Determinando così il nascere di una coppia sterzante sul trattore, che tenderà a portare lo stesso a dirigersi tendenzialmente verso il terreno lavorato. Brutta cosa, che per arature entrosolco (a ruote) si ovvia tenendo le due ruote dentro il solco, ma che per arature fuorisolco, devono essere vinte dalla capacità del trattore di stare in linea con l’avanzamento. Pertanto, possono generarsi coppie quando la forza attiva (trattore) non è parallela e coincidente con la forza resistente (aratro).
CURIOSITA’
Se fate
caso, scoprirete che per i motori a benzina per uso agricolo, la coppia
motrice massima espressa in chilogrammetri, corrisponde più o meno a un
centesimo della cilindrata del motore espressa in centimetri cubi .
Un
motore a benzina per uso agricolo (giri massimi 3600/min) da 200cc,
svilupperà una coppia massima di circa 2 chilogrammetri (non a 3600 ma a circa
2500 giri/min).
1 ) Un
motore a scoppio, non sviluppa mai la sua massima coppia al massimo numero di
giri, ma a un numero di giri di circa il 60% del numero massimo.
2 ) Le
forze solitamente si misurano in NEWTON (N) e fra Kg e N c’è questa relazione
:
1 Kg = 9,8 N e di
conseguenza 1 N = 0,102 Kg
Ma noi
della vecchia guardia non amiamo questa unità di misura che di fatto equivale a
un decimo di chilo (un etto).
Nella prossima relazione parleremo ancora di
coppie, forze, potenze e inerzia.
PS: Non
esiste la Potenza Diesel, o la Potenza a benzina, ma solo la Potenza.