Fra poco è tempo di cavoli ed ecco che apparirà, a molti di noi, questo "simpatico" animaletto ghiotto delle foglie e che riesce a fare tanti danni.
La "Cavolaia" (Pieris brassicae) è un lepidottero, che allo stadio larvale, si presenta di colore verde chiaro, con piccole macchie nere e il corpo è percorso da due strisce gialle sui fianchi. E' presente in tutto il bacino del mediterraneo ed anche in altre parti del mondi e vive da zero fino ai 2000 metri di quota. Ha i diversi stadi di sviluppo, ma quanto ci riguarda, il nostro interesse è rivolto allo stadio larvale perché è in questo momento che crea problemi, nutrendosi delle foglie fino a portare la pianta all'essiccamento.
La battaglia nei confronti della "Cavolaia" però non è delle più difficili da vincere, ovviamente sempre che riusciamo ad individuare la sua presenza prima che causi danni irreparabili.
Vediamo come provare a risolvere il problema sia con prodotti naturali che non.
La difesa biologica:
- Macerato di foglie e femminelle di pomodoro - le piante di pomodoro sono abbastanza presenti in tutti gli orti quindi la materia prima non dovrebbe mancare. Si tratta di prendere circa un chilo di femminelle e di foglie e farlo macerare per circa tre giorni in 5 litri di acqua dentro un recipiente di terracotta aperto, rimescolando almeno due volte al giorno, aggiungere poi altri 5 litri e filtrare il preparato da spruzzare sui cavoli nelle ore mattutine e serali, in particolar modo sulla faccia inferiore delle foglie.
- Bacillus thuringiensis - la varietà kurstaki, batterio presente normalmente nel terreno che svolge una azione insetticida larvale, però solo però negli stadi larvali giovanili e quindi in presenza di larve già molto sviluppate ha poco effetto.
Altre forme di lotta, Il piretro: piretrine e piretroidi.
- La Piretrina deriva da estrazione naturale dal fiore del piretro, è ammessa in agricoltura biologica, funziona per contatto ma non viene assorbita dalle piante. Colpisce tutti gli insetti, anche quelli non dannosi e quelli utili come gli impollinatori. il piretro naturale è anche una elevata tossicità per gli organismi acquatici. E' facilmente degradabile alla luce e al calore, quindi l'azione è breve.
- I piretroidi sono invece sostanze di sintesi prodotti in laboratorio. I più recenti sono nati dalla manipolazione della molecola del piretro naturale (acido crisantemico) che permette una maggior durata di azione avendo di fatto ridotto la degradazione alla luce e al calore.
Sia i piretroidi che quelli a base di piretrina naturale si trovano in commercio con svariati nomi commerciali.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è, che fare? Quale prodotto è meglio usare?
Ovviamente difficile dare una risposta univoca, molto dipende da quante piante, da quale livello di infestazione, dal tempo a disposizione, dal clima etc etc, ma proviamo a fare un ragionamento di base.
La "Cavolaia" non è, fra tutte le "disgrazie", la peggiore che può capitarci nell'orto domestico.
In caso di poche piante, avendo un pò di tempo al mattino e alla sera, quando escono per nutrirsi si può riuscire a tenerle sotto controllo togliendole a mano, altrimenti con il Bacillus thuringiensis si riesce, in genere, a controllare bene la situazione con l'accortezza di non aspettare che le larve siano adulte.
Detto ciò, senza voler demonizzare i prodotti a base di piretro, direi che per piccoli orti dovremmo essere già coperti con macerato e bacillo e se, per svariati motivi, non si riuscisse con questi, passare direttamente ai piretroidi che hanno il vantaggio di perdurare nella loro azione più del piretro naturale e quindi necessitano di un utilizzo più sporadico nel tempo.
Unica generale raccomandazione. Leggere sempre le etichette, rispettare i tempi di carenza, non eccedere con le somministrazioni oltre quanto raccomandato dal produttore, sia nel numero che nella quantità, utilizzare i dispositivi di protezione individuale se previsti.
E adesso........ cavoli vostri!!! 😉😊