Ogni anno, in molti orti, si sente un ortolano inveire contro un pomodoro con il "culo nero".....
Il pomodoro, appartenente alla famiglia delle solanaceae, è una pianta giunta in Europa dalle Americhe intorno alla metà del 500.
Il suo frutto è onnipresente sulla nostra tavola sia a crudo, per insalate che sotto forma di salsa per condimenti. Insieme ad altri ingredienti, il suo succo, viene anche utilizzato per preparare anche un famoso cocktail, il Bloody Mary.
Essendo una pianta abbastanza semplice e che dà, in genere, molte soddisfazioni in termini di resa, è presente in ogni orto.
Ma in agguato, ogni stagione, può comparire un problema che si manifesta così:
Il pomodoro, appartenente alla famiglia delle solanaceae, è una pianta giunta in Europa dalle Americhe intorno alla metà del 500.
Il suo frutto è onnipresente sulla nostra tavola sia a crudo, per insalate che sotto forma di salsa per condimenti. Insieme ad altri ingredienti, il suo succo, viene anche utilizzato per preparare anche un famoso cocktail, il Bloody Mary.
Essendo una pianta abbastanza semplice e che dà, in genere, molte soddisfazioni in termini di resa, è presente in ogni orto.
Ma in agguato, ogni stagione, può comparire un problema che si manifesta così:
Iniziamo a dire che non si tratta di una malattia né della pianta e nemmeno del frutto quindi qualsiasi tentativo di utilizzare fitofarmaci risulterà inutile al fine della risoluzione del problema.
Diciamo anche che si tratta di una problematica, a causa multifattoriale nella quale possono prevalere diverse condizioni di carenza o di eccesso di uno o più fattori, fra cui, sembra ormai accertato, acqua, sostanza azotata, calcio.
ACQUA
Come tutte le piante il pomodoro ha necessità idriche... ma quanta acqua dare?
A questa risposta ovviamente non è possibile dare una risposta univoca, variando di molto le condizioni geologiche di ogni terreno e le condizioni climatiche della zona ma possiamo però stabilire alcuni principii generali. Le piante hanno necessità idriche equivalenti, come metodologia di somministrazione, a noi umani... Vi sognereste di rimanere tre giorni senza bere e al quarto bere 15 litri di acqua?? No?? Bene, nemmeno il pomodoro....
Quindi più che di quantità parleremo di "qualità"... La modalità di apporto idrico è importante; l'irrigazione a solco, che va ancora molto di moda perchè di facile attuazione, prevede la realizzazione di solchi laterali o centrali tra le file e il riempimento a scorrimento degli stessi. il vantaggio è che durante questa operazione siamo liberi di fare altro, svantaggio è un enorme dispendio di acqua e la non garanzia di un annaffiamento uguale lungo tutto il solco...
Come ovviare?
Se proprio non riuscite ad utilizzare un sistema a goccia, che rimane il sistema migliore per risparmio delle risorse e quantitativo apportato garantito per singola pianta, potete procedere appoggiando ogni volta il tubo di irrigazione in punti diversi del canale in maniera da equilibrare la quantità, nel lungo periodo almeno, fra le diverse piante.
Ricordarsi anche altre tre regole essenziali:
- annaffiare sempre in orari freschi;
- mai a pressione ma con piccolo flusso;
- mai bagnare la pianta e i frutti.
Ricordate che il pomodoro non vuole la terra bagnata ma umida, una pacciamatura a base di sostanza vegetale, paglia o fieno, aiuta molto a tenere fresco l'apparato radicale e anche a ridurre le infestanti.
Una tecnica ancora poco utilizzata ma che sembrerebbe avere degli ottimi risultati sia riguardanti il problema del marciume apicale, sia di grande risparmio idrico è la doppia rincalzatura. Fondamentalmente si tratta di trapiantare le piantine sul fondo di un solco invece che a piano del terreno e procedere ad una prima rincalzatura quando le piante iniziano a raggiungere i 15 cm circa fino a riempire totalmente il solco e ad una seconda rincalzatura dopo una paio di settimane creando dei piccoli monticelli intorno alla pianta. In questa maniera l'apparato radicale delle piante rimane e si svilupperà più in profondità andando a captare il fabbisogno idrico fino a 50-70 cm sotto il piano del terreno necessitando di pochissime annaffiature. Unendo a questo una buona pacciamatura, in alcune zone non è necessario nemmeno intervenire con acqua dall'esterno, la pianta in questa maniera raggiunge un suo equilibrio naturale e in mancanza di stress esterni sembrerebbe non incorrere in squilibri tali da manifestare marciume apicale.
Ma vediamo quelle che sembrano essere le cause del problema:
AZOTO
Ricordo sempre come era abitudine di molti vecchi paesani passare settimanalmente con un bel secchio di urea e giù una manciata per pianta....
Ogni sostanza che viene immessa nel terreno deve tener conto sia della composizione del terreno stesso, ma sopratutto della capacità della pianta di poterla utilizzare e della possibile interazione nella metabolizzazione della stessa con altre sostanze di cui la pianta necessita.
L'azoto, che il pomodoro assume per via radicale, dovrebbe essere somministrato nella giusta quantità onde evitare una eccessiva "partenza" della pianta prima che l'apparato radicale sia ben strutturato in modo che lo squilibrio radici/pianta la renda più resistente alla siccità e nel contempo il nutrimento alla parte verde e ai frutti sia più equilibrata.
CALCIO
Il Calcio fa parte di uno di quei macroelementi necessari alla pianta. Una sua carenza sembra essere causa di marciumi e appassimento delle parti distali di piante e frutti, ma sopratutto, di uno squilibrio a livello del terreno che rende più difficoltosa la disponibilità e l'assorbimento degli altri elementi.
Come avrete notato, quanto detto è farcito di "dovrebbe", "sembrerebbe", "parrebbe", perché ad oggi l'esatta causa, come anticipato all'inizio non è del tutto chiara.
Il convincimento generale però è che il problema sia da ricondurre, principalmente, alle cause sopra descritte e in effetti, parlando anche con chi coltiva per lavoro questa pianta, sembra che principalmente un corretto apporto di acqua ed una integrazione di Calcio, sotto forma liquida in irrigazione, o fogliare, riduca di molto o elimini il problema.
Ultima annotazione, non di poca importanza.
Il problema, come visto, si presenta principalmente all'estremità del frutto, ebbene, la varietà più colpita sembra essere il San Marzano che ha appunto una forma allungata. I ciliegini, datterini ad esempio sono molto meno colpiti.
A questo punto buona panzanella a tutti!!